L’orto e la luna
di Daniele · Pubblicato · Aggiornato
Dai tempi dei tempi gli agricoltori coltivavano tenendo conto di quelle che erano le fasi lunari e gli influssi che questi avevano sugli ortaggi. Molte erano le pratiche quotidiane che tenevano conto della luna; taglio dei capelli, l’arrivo delle mestruazioni e le gravidanze. Con l’avvento della modernità queste pratiche hanno via via perso di valore, solo grazie alla coltivazione biodinamica i calendari lunare hanno riottenuto il rispetto che meritano.
La luna mostra alla terra sempre la medesima faccia con la quale ci indica la sua posizione ed il susseguirsi delle fasi in rapporto al sole. Per comodità distinguiamo quattro fasi lunari fondamentali:
Fase di luna nuova: in questa fase la luna è invisibile perché volge alla terra la faccia non illuminata dal sole;
Fase di primo quarto: qualche giorno appresso la luna nuova, alla sera comincia apparire verso ovest uno spicchio di luna sempre più grosso (falce crescente). Circa dopo 7 giorni dalla fase di luna nuova, si registra il primo quarto o fase di mezza luna crescente. In questo momento la luna mostra mezza faccia illuminata dal sole;
Fase di luna piena: trascorsi 14-15 giorni dalla fase di luna nuova si ha la fase di luna piena. Il chiaro di luna raggiunge la massima intensità e tutta la faccia visibile del satellite appare illuminata;
Fase di ultimo quarto: circa dopo 22 giorni dalla fase di luna nuova, la luna entra nella fase di ultimo quarto. A questa fase segue la falce calante visibile verso est nel crepuscolo mattutino.
La luce notturna è facilmente assimilata dai vegetali che la utilizzano come catalizzatore notturno sollecitando i ricambi nutritivi che presiedono la crescita allorché essi vengono inibiti per l’eccessiva intensità della luce solare. In assenza di luce lunare i vegetali non riuscirebbero a metabolizzare perfettamente e andrebbero incontro a sindromi de-nutrizionali che si manifestano con un accrescimento stentato e ritardi di maturazione.
I pomodori da consumo fresco vanno raccolti possibilmente in fase di luna crescente, mentre, per quelli da conserva si aspetta che sia trascorso il plenilunio. Pomodori raccolti in luna crescente si dimostrano poco conservabili e forniscono salse acquose. Seminando la lattuga in luna crescente se ne accelera la crescita a scapito della compattezza del cuore. La crescita accelerata può essere sfruttata invece per le primizie, come per esempio nella lattuga da taglio, e per alcune rampicanti come i fagioli o piante a lenta crescita come le ombrellifere (carota, prezzemolo, ecc.). Le cipolle, le patate si seminano in luna calante per concentrare verso il basso gli influssi astrali ed evitare che il bulbo acquisti un sapore sgradevole. Aglio e rapa seminati in luna crescente vedono aumentata la produzione e la resistenza agli attacchi parassitari. Piselli, fave, lenticchie accrescono il prodotto se seminati 45 giorni avanti il plenilunio, mentre i cetrioli gradiscono essere piantati allo scoccare della luna piena. Le semine primaverili in cassetta con letto caldo o freddo vanno fatte in luna crescente. Lo stesso dicasi per i semenzai sotto terra: il trasferimento a dimora nell’orlo seguirà le caratteristiche della specie.
I gerani vanno potati qualche giorno dopo il novilunio onde non disperderne i succhi linfatici. Per ripararli dal freddo invernale li metteremo in cantina presso una finestra, in modo che possano essere toccati dalla luce lunare.
Talee di gigli e la semina di fiori con bulbo vanno eseguite con la luna crescente. I trattamenti antiparassitari alla rosa risultano più efficaci al primo quarto di luna, la potatura invece, dà risultati migliori se fatta qualche giorno dopo il plenilunio.
Le viole, fiori di per sé rustici, si seminano in prossimità della luna piena e si trapiantano qualche giorno appresso.
Le petunie mutano abitudini a seconda, dell’ambiente di coltivazione e della varietà: alcune preferiscono essere piantate in prossimità del primo quarto, altre gradiscono la luna calante.
L’ortensia ha spiccata simpatia per la luna crescente con la quale vuole essere anche potata.
Il mughetto usufruisce di un rapporto del tutto speciale con il chiaro di luna che fa profumare intensamente i suoi delicati campanellini. Esso fiorisce due anni dopo l’impianto con il plenilunio di primavera, in questo stesso periodo si piantano i rizomi. Dicasi lo stesso per la lavanda, mentre l’iris temporeggia qualche giorno.
I garofani si piantano al primo quarto di luna ed i loro fiori profumano più a lungo se vengono recisi dopo il plenilunio.
I crisantemi dimostrano una spiccata sensibilità agli influssi lunari dei quali non sopportano i chiari di luna intensi.
La cineraria va seminata con la luna calante di giugno, mentre la begonia rifugge i raggi lunari troppo intensi preferendo le esposizioni in pieno sole.
Pure le azalee amano poco la luna e preferiscono essere piantate con l’astro calante. Così dicasi per l’aster, rustico fiore per bordure. Un altro fiore per bordura, l’alisso gradisce la luna crescente.
Le dalie, infine, s’adattano sia alla luce lunare che a quella solare, amano le posizioni soleggiate e la riproduzione per la talea va effettuata con la luna crescente.
Gli sfalci dei prati e dei pascoli vanno eseguiti con la luna calante, in tal modo il fieno asciuga più in fretta e si evita il formarsi di muffe dannose alla conservabilità. Il prato va falciato con la luna crescente allorché si intenda somministrare erba verde agli animali per mutare la dieta. Anche i cereali (frumento, orzo, segala) vanno raccolti con la luna calante per evitare il periodo del tarlo. Sempre il tarlo è il principale inconveniente cui vanno incontro gli alberi scalvati in luna crescente. Sin dall’antichità si utilizzava cumulare il fieno nei campi o in prossimità di abitazioni attorno a un palo di sostegno che prendeva il nome di meta.
Gli innesti sono pur sempre ferite che arrechiamo al vegetale, di conseguenza ci regoleremo come per la potatura, ossia innestando con la luna calante. Nel caso fossimo costretti ad innestare in tempi diversi, rispetteremo almeno la condizione fondamentale che vuole la marza innestata con la stessa luna in cui è stata prelevata dalla pianta madre.
La luce lunare influenza la maturazione dei frutti che devono essere colti al momento opportuno. Sembra, addirittura, che alcune varietà di mele del tipo spur concentrino fioritura e fruttificazione in sintonia con i ritmi lunari.
Il ciliegio per fruttificare bene, abbisogna del plenilunio seguito da temperature miti e clima nient’affatto umido.
Prugne ed albicocche vanno piantate con luna crescente ed i loro frutti raggiungono il pieno sviluppo in prossimità della luna piena, allorché il tenore zuccherino dei frutti è al massimo. Il pesco si dimostra particolarmente sensibile ai raggi lunari che influiscono in maniera rilevante sulla vellutatezza della buccia e la fragranza della polpa. Una luce lunare troppo intensa o una particolare nuvolosità, infatti, possono causare chiazze sulla scorza e noduli nella polpa.
Il mandarlo è particolarmente predisposto alla fase crescente della luna, tanto che i suoi fiori si aprono in prossimità del primo quarto.
Il noce, come il nocciolo, risente a sbalzi degli effetti lunari: una luminosità troppo intensa secca le foglie, mentre sopporta meglio la luce della luna calante. Per una migliore conservabilità la raccolta di noci e nocciole va eseguita con la luna calante.
Le conserve di frutta vanno fatte nell’ultimo quarto di luna calante.
Se pratichiamo la potatura della vite con la luna in fase crescente, noteremo che il tralcio “piange” su più abbondantemente rispetto ad un taglio effettuato con luna calante. Evidentemente l’attrazione lunare richiama verso gli apici i succhi linfatici che fuoriescono copiosamente con la potatura. L’eccessiva emissione di linfa indebolisce la pianta rendendola preda degli afidi e ritardandone il processo di cicatrizzazione delle ferite.
Nel calendario in fondo al testo troverete tutti i consigli per eseguire correttamente le semine. Noterete che la maggior parte delle semine va effettuata con la luna crescente, benché un discreto numero di specie gradisca la luna calante. Tra quest’ultime citiamo la lattuga che se seminata in luna crescente tende a fruttificare rapidamente a scapito della tenerezza della foglia e della compattezza del cuore.
In confronto alla luce solare, lo spettro lunare risulta particolarmente dotato di raggi rossi e alquanto povero di raggi azzurri e violetti. Ciò significa che la luna non svolge una semplice funzione di rimando nei nostri confronti, ma opera sulla luce solare una selezione che comporta determinate conseguenze. E’ interessante osservare, inoltre, che col mutare delle latitudini e delle stagioni, varia pure l’intensità della luce lunare con conseguenze tangibili sulle colture. Infatti è sufficiente un leggero abbassamento di luminosità per rendere critica la coltivazione di alcuni vegetali. Una sorprendente proprietà attribuita alla luna è quella di riuscire a cicatrizzare le amputazioni subite dai vegetali. La stessa luce solare manifesta proprietà cicatrizzanti, ma mentre la sua azione è superficiale, quella della luna penetra in profondità eliminando le cellule morte e stimolando la rigenerazione dei tessuti danneggiati. La luce lunare esalta pure la proprietà delle polveri antiparassitarie, esercitando in tal modo un’azione sinergica. I “bagni di luna”, infine, attivano la formazione degli zuccheri concorrendo alla maturazione dei frutti e facilitando l’accumulo delle sostanze di riserva.le le
Pertanto conviene effettuare le potature con luna crescente .