Mosca dell’olivo (Bractrocera Oleae) e rimedi BIO
di Daniele · Pubblicato · Aggiornato
La mosca dell’olivo
È presente in tutto il bacino del mediterraneo e nel sud Africa. Dalla fine degli anni novanta è presente anche in California e, probabilmente, si è diffusa in tutto l’areale di coltivazione dell’olivo . È considerata l’avversità più importante a carico dell’olivo, nelle regioni in cui è presente, arrivando a condizionare sensibilmente l’entità e la qualità della produzione nella maggior parte dell’areale di coltivazione. L’incidenza dei suoi attacchi tende ad accentuarsi nelle regioni più umide e più fresche dell’areale di coltivazione, con una notevole variabilità secondo la varietà coltivata, mentre diventa meno marcata nelle zone a estati calde e siccitose e su cultivar da olio.
L’uovo è lungo 0,7-1,2 mm circa, è allungato, leggermente appiattito al ventre, con un piccolo tubercolo micropilare biancastro, importante per la respirazione dell’embrione.
La larva è apoda e di forma conico-cilindrica, ristretta anteriormente. Sviluppa attraverso tre stadi (larva di 1ª, 2ª e 3ª età). La larva matura è lunga 6-7 mm, di colore bianco-giallastro, allungata, sub-conica. I sensori anteriori sono bi-articolati e con il secondo articolo conico, il sensorio posteriore ha 8 sensilli. Lo scheletro cefalo-faringeo ha apodemi dorsali e ventrali molto brevi, lo sclerite ipostomale è triangolare, manca quello sub-ipostomale, le mandibole sono uncinate. I lobi orali sono percorsi da 10-12 solchi preceduti da ciascun lato da un sensillo placoideo simile a quello della larva di Ceratitis capitata. Gli stigmi anteriori hanno 9-10 lobi. I tre stadi larvali si possono distinguere dal diverso profilo delle strutture cefalo-faringee. La diversa conformazione degli stigmi anteriori consente di discriminare le larve della 2ª e 3ª età, mentre la larva di prima età è metapneustica, cioè provvista di un solo paio di stigmi posteriori. Lo stadio di pupa si svolge all’interno del pupario , una capsula ellittica formata dalla trasformazione dell’exuvia dell’ultima muta larvale. Il pupario è lungo 3,5-4,5 mm, di colore variabile dal bianco-crema al giallo-rossastro, quand’è asciutto. Il cambiamento di colore del pupario consente di stabilire l’età delle pupe.
Gli adulti sono lunghi 4-5 mm. In Italia si riconoscono facilmente dagli altri Tefritidi per la caratteristica piccola macchia scura all’apice dell’ala e per l’estensione della cellula anale , stretta e allungata. L’adulto maschio presenta nell’ala un indurimento all’apice della cellula anale, il cui tratto ristretto è più lungo che nella femmina.
Ai margini del III urite mostra i pettini. L’adulto femmina ha il capo giallastro con due nette macchie circolari sotto le antenne a poca distanza dall’occhio composto; gli occhi sono verde-bluastri. Il torace può presentare macchiette variabili al posto delle tipiche fasce e linee. Il mesonoto è grigio-bluastro con tre linee nerastre longitudinali. Il callo omerale, le aree mesopleurali e metapleurali e il mesoscutello sono di colore avorio. Le ali sono ialine, con parte dello pterostigma e la macchietta apicale brunastre. L’addome è castano chiaro con macchiettatura variabile: tipicamente sono presenti coppie di macchie nerastre sugli urotergiti I-IV che però spesso si fondono in bande. L’ovopositore è ben visibile, invaginato in parte dell’VII urite che è sempre nerastro. La lunghezza è di 4-5 mm. Le femmine depongono le uova a partire dall’estate inoltrata, quando l’oliva ha almeno un diametro di 7-8 mm. L’ovideposizione avviene praticando una puntura con l’ovopositore sulla buccia dell’oliva e lasciando un solo uovo nella cavità sottostante. La puntura ha una caratteristica forma triangolare dovuta ad un effetto ottico. Una puntura fresca ha un colore verde scuro, mentre le punture vecchie hanno un colore bruno-giallastro a seguito della cicatrizzazione della ferita.
La schiusa dell’uovo avviene dopo un periodo variabile secondo le condizioni climatiche: da 2-3 giorni nel periodo estivo ad una decina di giorni nel periodo autunnale. La larva neonata scava inizialmente una galleria superficiale, ma in seguito si sposta in profondità nella polpa fino ad arrivare al nocciolo, che in ogni modo non viene intaccato. Durante lo sviluppo larvale avvengono due mute con conseguente incremento delle dimensioni della larva. I danni causati dalla mosca dell’olivo sono congiuntamente di due tipi: quantitativo e qualitativo. Sotto l’aspetto quantitativo il danno è causato dalle larve di II età e, soprattutto, di III età e consiste nella sottrazione di una parte considerevole della polpa con conseguente riduzione della resa in olio. Una parte della produzione si perde anche a causa della cascola precoce dei frutti attaccati. Nelle olive da olio le punture e le mine scavate dalle larve di I età non hanno riflessi significativi sulla resa. Nelle olive da mensa, invece, il danno si estende anche alle punture sterili in quanto deprezzano la materia prima fino a causarne lo scarto dalla linea di produzione. Sotto l’aspetto qualitativo va considerato il sensibile peggioramento della qualità dell’olio estratto da olive con un’elevata percentuale di attacchi da larve di III età. L’olio ottenuto da olive bacate ha una spiccata acidità (espressa in acido oleico, dal 2% al 10% secondo la percentuale d’infestazione) e una minore conservabilità in quanto presenta un numero di perossidi più elevato. Dagli attacchi di mosca derivano secondariamente deprezzamenti qualitativi più o meno gravi dovuti all’insediamento di muffe attraverso i fori di sfarfallamento. Questo peggioramento qualitativo si evidenzia in modo notevole negli oli ottenuti da olive bacate raccolte da terra o stoccate per più giorni prima della Molitura.
Rimedi biologici per la mosca dell’ulivo
Negli anni si sono selezionati vari metodi biologici di lotta contro la mosca dell’olivo, la loro scelta è soggettiva in base alle superfici di coltivazione e le esigenze economiche dell’azienda, sono sotto elencati.
Tappo trappola tse tse
Dany trap
La trappola per mosche Maxitrap XL è una trappola per mosche versatile che può essere utilizzata in diverse situazioni a seconda dell’attrattivo utilizzato e del numero di trappole per mosche applicate. Mosca dell’olivo: con l’attrattivo liquido Bactrotrap 16%, può essere applicato sia per il monitoraggio che per il controllo della mosca dell’olivo ( Bactrocera oleae ), essendo la combinazione di questa trappola + questo attrattivo quella che registra un maggior numero di catture tra tutti i prodotti sul mercato. Mosca della frutta: con l’attrattivo liquido Bactrotrap 16% può essere applicato sia per il monitoraggio che per il controllo della mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata ) anche se il numero di catture è molto inferiore rispetto a Conetrap Ceratitis o Maxitrap Ceratitis. Questa combinazione è una soluzione per le persone che non hanno una licenza fitosanitaria e non possono acquistare Conetrap Ceratitis o Maxitrap Ceratitis.
Il Manisol
Un altro rimedio di ultima generazione e di provata efficacia è il Manisol , questa polvere diluita in acqua e spruzzata sulla pianta in miscela con fungicidi e adesivi, riesce a evitare la deposizione delle uova da parte della mosca, in quanto l’oliva imbrattata con tale polvere risulta indesiderata alla mosca. Il Manisol, prodotto a base di roccia calcica , in miscela con lignisulfunati e rame in percentuali basse(5%), viene spruzzato sulla pianta a partire da Luglio coprendo bene la vegetazione alla dose di 4 kg per 100lt , si consiglia il primo trattamento in miscela con zolfo bagnabile (thioplus 80 wp) alla dose di 250/100lt, il prodotto non è dilavabile alle piogge leggere, comunque si consiglia un secondo trattamento ad Agosto con una dose ridotta se non si sono verificate piogge consistenti, in miscela Abies alla dose di 100 gr/100lt (si sono fatte prove che i lignisulfunati dell’abies riescono a penetrare nelle punture di mosca e il Rame contenuto in basse percentuali riesce a evitare lo sviluppo di un batterio che è necessario per la crescita della larva di mosca, pertanto l’uso di questi prodotti evita sia la deposizione delle uova e la morte delle larve già nate. Un ultimo trattamento si effettua nei primi di settembre con le stesse dosi, il Manisol è autorizzato in agricoltura biologia insieme ai prodotti indicati.
Consigli importanti per l’operatore e le macchine
E’ buona norma il lavaggio della botte dopo l’utilizzo del prodotto, in quanto usato a dosi elevate e può causare l’otturazione delle pompe, dei tubi e degli ugelli. Pertanto a fine trattamento lavare abbondantemente con acqua e risciacquare con acido citrico, questo prodotto ha la proprietà di disgregare tutte le particelle di fitosanitari, senza rovinare guarnizioni e membrane della pompa.
Siccome è un prodotto imbiancante, al momento dei trattamenti può sporcare sia la botte che le macchine utilizzate, per evitare l’imbiancamento delle stesse, spruzzare prima del suo utilizzo con olio di vasellina, tale prodotto evita l’attaccarsi del Manisol, con semplice lavaggio con acqua rimarranno le macchine pulite.
Anche l’operatore deve essere protetto con gli adeguati D.P.I.
Possiedi il pantentino? Questo prodotto potrebbe fare al caso tuo!
SPINTOR FLY è un nuovo prodotto per il controllo dei Ditteri Tripetidi. Il formulato contiene dosi estremamente ridotte di spinosad (QALCOVA™ active), una sostanza attiva ottenuta dalla fermentazione attivata da un batterio del suolo, il microorganismo Saccharopolyspora spinosa. Attivo per ingestione e contatto su numerosi insetti, compresi i Ditteri, spinosad (QALCOVA™ active) è mescolato ad un’esca specifica attrattiva per i ditteri, tripetidi e, nel formulato SPINTOR FLY, è un preparato da utilizzarsi mediante irrorazione su parte della vegetazione. Applicare SPINTOR FLY alla dose di 1-1,2 L/ha diluito in 4 L/ha di acqua. Le concentrazioni più elevate aumentano il rischio di possibili problemi legati a presenza di fumaggini e conseguenti possibili decolorazioni della buccia del frutto. SPINTOR FLY non deve essere applicato come un normale trattamento ma in modo particolare e con volumi di acqua molto ridotti. Il getto deve essere indirizzato verso le zone della chioma con minor presenza di frutti. Per maggiori informazioni, clicca qui 🪰
Zeolite Cubana
Un altro esempio di polvere di roccia è la zeolite, si ottiene dalla micronizzazione della clinoptilolite, una roccia sedimentaria vulcanica formatasi milioni di anni fa dall’incontro tra la lava incandescente e il mare, questa polvere, pura e biologica, viene impiegata in agricoltura come corroborante e potenziatore delle difese delle piante, spesso viene abbinata nei trattamenti con altri elementi.
Ha lo stesso potere imbiancante del manisol già citato prima, con l’unica differenza che oltre a inibire la mosca garantisce protezione dagli attacchi della tignola dell’olivo.
Caolino
Aiuta a tenere lontani insetti dannosi e riduce
i danni provocati dal sole e dal calore troppo elevato.
Consentito in agricoltura biologica.